La Vita e(‘) un Tango

Arrivo a quella cena di lavoro in ritardo, con la mente stanca di chi sa di avere un impegno inderogabile e il cuore a quella vasca idromassaggio, magica oasi di pace e di essenze profumate. Mi siedo accanto ad un collega che parla poco, alla mia destra un viso conosciuto, un nome che mi ricorda un passato ingombrante. Parla più del collega, parla troppo, con un ego ipertrofico che lo lancia all’istante nell’universo dei “non sai chi sono io”….Azzardo un’ipotesi di identità dettata dal passato…. Compare un sorriso orgoglioso e compiaciuto su un volto rugoso e sbiadito dal tempo… Parliamo di lavoro. Meno male! Gli interessa molto quello che sto facendo. Ne ha bisogno. E’ un’opportunità. Un appuntamento con il destino e niente da quella sera sarebbe stato più lo stesso. La pietra ha cominciato a rotolare dalla cima della montagna, io l’ho seguita… Poi altre pietre e altre ancora… Mi sentivo tanto “Greta Hamilton e il segreto delle pietre di luce” di Lara Swan (www.laraswan.net) …poi è diventata frana e io dietro, convinta sostenitrice del “tutto accade quando deve accadere”.  E con in mano le 5 pietre di luce simbolo del Coraggio (aiuto!), della Speranza (non morire!), della Giustizia (quanti dubbi!), dell’Amicizia (nick name Barbara Tango) e della Libertà (W) accetto una nuova sfida lavorativa (e questo è il lato romantico). Un cambio di città, di gente, di amici…. Traslochi, armadi viaggianti sulla stessa tratta Milano-Rimini-Milano (e questo è il lato disruptive, che non sempre ha un’accezione positiva…).

Giorni complicati, sensi di colpa, mentre mia figlia assapora il dolce-amaro piacere di una casa in centro tutta per sé (chi non la vorrebbe a 20 anni?), il mio compagno (ormai ex) rimane “tra color che son sospesi” e, come sempre, non si pronuncia perché prendere una posizione sarebbe assumersi delle responsabilità (non sia mai!).

Sento la musica della mia Vita scorrere sul pentagramma dei giorni che passano…amo quella musica ma non riesco a ballarla. E’ come quando in una milonga mettono un tango argentino con orchestra di Osvaldo Pugliese. La pista si svuota e solo chi in quell’istante vuole ballare Pugliese, ha un/una partner che vuole ballare Pugliese ed entrambi sanno come si balla Pugliese, allora è un bel vedere. In genere la pista è semivuota. E si riempie con Carlos Di Sarli con la sua Bahia Blanca, una musica senza sorprese, prevedibile e rassicurante. Ma io un giorno sarò su quella pista anche con Pugliese…e sarà un bel vedere. Devo dare un senso anche sociale a quella scelta disruptive, continuavo a ripetermi. Allinearlo con i miei sogni, cercare un momento perfetto anche lì. Lontano da mia figlia, una relazione di coppia sempre più sfilacciata… non può essere solo lavoro!

Si parlava di sogni con Isabella, la mia parrucchiera di Rimini (una delle mie fans più fedeli 🙂 ). “Mi piacerebbe imparare a ballare il tango argentino” dicevo mentre la maschera ammorbidiva i capelli arsi dal sole. “Impara allora. La mia amica va da un bravo insegnante. Si chiama Alex. Ti faccio dare il numero. Prova!” Sembrava la cosa più facile del mondo! “Pronto Alex? Ho un sogno ma non so ballare e non ho un partner. Cosa devo fare?” “Ciao, nessun problema. Ti aspetto giovedì a Riccione. Provi e poi decidi”. Tutto qui? Ho aspettato così tanto tempo e bastava andare a farmi una piega per realizzare un sogno? Perché ora? “Tutto accade quando deve accadere” e ancora non potevo sapere cosa mi aspettava dietro la porta di quella sala da ballo. Era il mio momento…. con un vero Maestro… in una strana famiglia (ciao a Anna Rita, Paola, Lilian, Lilly, Giacomo, Elisa, Lori, Gio, Emilio, Olga, Dario, Maurizio e perdono a chi non nomino)… Alex e la Scuola Associazione Re-Tango.

Se non hai un partner fisso, devi prima di tutto accettare che stai abbracciando uno sconosciuto e in quell’abbraccio, per chi sa leggere, tu diventi un libro aperto. “Sei una donna che vuole avere tutto sotto controllo, pianifichi, studi chi ti sta di fronte e anticipi gli eventi. Pensi sempre e difficilmente ti rilassi. In più non ti fidi. Soprattutto degli uomini.” Dopo 10 secondi di abbraccio una sintesi da seduta psicoanalitica pluriennale. E ancora “Tu pensi troppo e non ascolti. Qui non devi pensare ma solo ascoltare. Io ti parlo con il corpo, comunico con te e tu devi solo imparare ad ascoltare. Non anticipare o cercare di capire prima. Ascolta! Sono io che scelgo cosa fare e te lo propongo. Tu esegui con la grazia, l’eleganza e la bellezza che la donna sapiente del tango aggiunge in ogni suo gesto”. Le mie certezze sgretolate… non mi sentivo per niente sapiente… E infine “In una milonga l’uomo invita la donna dopo che ha capito, con la mirada, che lei è d’accordo…vai col cabeceo. Può succedere che in tutta la serata nessuno ti inviti e tu rimarrai seduta a guardare quanto hai ancora da imparare….” La mia autostima a pezzi…. Impietosamente : “Rimani sul tuo asse su una gamba e libera l’altra. La gamba libera è mia e io la mando dove voglio” Espropriata di una parte del mio corpo…. “Per ballare devi cercare la connessione….” Ma io voglio un uomo non un wifi!!!! Cosa ci faccio qui? Potrei cortesemente cambiare sogno e scordarmi il tango argentino? Come fa un ingegnere qualsiasi a non pensare, a non anticipare e a rilassarsi? Come fa un ingegnere bionda a rischiare di essere ignorata tutta la sera da uomini che, salvo rare eccezioni, sono molto lontani da quell’Antonio Banderas in “Ti va di ballare?” o da Richard Gere in “Shall we dance?” Perché devi fare quello che vuoi con la MIA gamba? Un’altra sfida, l’ennesima…. Un confronto con la mia fragilità che è anche la mia forza, una lotta tra il controllo e la fiducia, tra le certezze granitiche di un ingegnere con il suo metodo e l’inspiegabile complicità di due sconosciuti che in un abbraccio si parlano, si ascoltano e miracolosamente si capiscono.

Vivi per quel miracolo, studi per quel miracolo… e poi una sera qualunque ti ritrovi in una Piazza Duomo gremita di gente a ballare con Roberto Herrera…. Chiudi gli occhi e vorresti fermare il tempo… ritrovi il senso della Vita che cercavi in quell’abbraccio…. “Maestro le gambe tremano un po’” “Non preoccuparti…seguimi…” L’emozione non ha voce ma è nelle note di quell’attimo fatato…

Il miracolo del tango inizia e finisce qui. Un abbraccio, un’intesa di pochi minuti, una tanda. In mezzo, un mondo di emozioni, di stili, di codici silenziosi, di ruoli definiti e finalmente chiari. Tu, uomo, proponi e guidi. Ascolti per capire se hai comunicato correttamente (nel linguaggio del tango si chiama “marca”). Io, donna, ascolto, eseguo ed abbellisco. Se sbaglio è colpa tua che non hai “marcato” correttamente. Siiiiii!

A parte il problema che ci sono pochi uomini (ma dove diavolo siete tutti? Possibile che vi trovo solo nei Consigli di Amministrazione o dalla mia estetista?) e ti ritrovi a sperare che a quella dall’ocho perfetto che non si siede mai vengano i crampi, la milonga è una vera palestra di Vita.

Rispetto per la donna, galanteria, complicità, attenzione ai dettagli, concentrazione, fiducia, ascolto, comunicazione, sincronia, eleganza, bellezza… grande autostima, guardarsi dentro e diventare migliori… un momento d’emozione da rendere perfetto…come la Vita… la Vita e(‘) un Tango….olé

7 thoughts on “La Vita e(‘) un Tango

  1. Aw, this was a really nice post. In concept I wish to put in writing like this additionally – taking time and precise effort to make a very good article… but what can I say… I procrastinate alot and by no means appear to get one thing done.

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